Stando al passo con i tempi, la ristorazione collettiva ha subito diversi cambiamenti, rivisitazioni in chiave moderna su tutti i punti di vista. Cambiano i tempi e cambia la richiesta, e oggi la ristorazione italiana più che mai ha aperto le frontiere a cucine internazionali, proprio per soddisfare le esigenze di tutti i palati. Anche quelli più esigenti. L’ultimo anno ha visto protagonista la crescita esponenziale dei fast food. “Scelta obbligata!”, pensa qualcuno, a causa le varie restrizioni che hanno costretto i ristoratori con consumazione in presenza a fermarsi. Ma forse non è esattamente così: servirsi in un fast food è infatti una scelta che va al di là delle restrizioni. Ma chi c’è dietro questi marchi?
Vediamolo insieme da vicino, grazie alla collaborazione di Giovanna Messina, chef aziendale di “Peterland” colosso internazionale con patria olandese in prepotente espansione.
L’ultimo anno ha visto un’importante crescita nel settore della ristorazione con asporto e delivery: tu che sei chef aziendale del colosso internazionale Peterland cosa pensi a riguardo? Credi che sia solo una conseguenza dei cambiamenti delle abitudini quotidiane o questa è la ristorazione del futuro?
«Il Peterland è un nuovo concetto di fast food: noi siamo infatti un quality fast food, ovvero un fast food basato sulla qualità dei prodotti. Il nostro punto forte sono proprio le patatine, perché trattiamo patate fresche cucinate con un olio di qualità, anche a discapito dei guadagni dell'imprenditore... Le nostre carni (dal manzo al pollo), inoltre, sono esclusivamente di qualità, il che significa che trattiamo il vero manzo e il filetto di pollo, quindi non separato meccanicamente. Credo proprio che questo settore non abbia un incremento solo per il cambiamento delle abitudini, ma rappresenti la ristorazione del futuro. Senza nulla togliere agli altri colleghi del fast food, noi del Peterland siamo nettamente diversi in qualità, in quanto selezioniamo i nostri prodotti, come ripeto, anche a discapito del profitto rispetto ad altri, ottenendo ugualmente buoni risultati: il cliente è soddisfatto e lo siamo anche noi perché diamo qualità, e questo ci soddisfa».
Tu sei una figura professionale importante all’interno dell’azienda: di cosa ti occupi?
«Io prima ero solo una partner e sono stata la prima ad aprire in Sicilia. Adesso ci occupiamo di 4 store ufficializzati, aperti in meno di 2 anni, e io sto reinvestendo sul Peterland in un importante progetto all'interno di Villa. Poi per passione e amore per questo lavoro, ho chiesto l'onore di aprire il secondo store in Sicilia (a Giarre) e da quel momento l’azienda mi ha dato un ruolo più importante nell'azienda. Una caratteristica che rispecchia Peterland non è solo la professionalità o l’essere dei buoni operatori - quello possiamo esserlo un po' tutti – ma a fare la differenza è l'onestà: quando ci si sposa con il Peterland bisogna crederci e così ho fatto io, quindi si, il mio ruolo è importante e ad ogni apertura sento un’enorme responsabilità non solo professionale ma anche umana. Ci vuole quindi amore per far questo».
Cosa ti ha spinto a intraprendere questa carriera?
«A questa domanda non ho molto da rispondere: sono nella ristorazione da 15 anni, un bel po' di tempo vista la mia giovane età, ma solo da 5 faccio parte della famiglia del Peterland, che amo».
Cosa consigli ai giovani che si avvicinano al nostro settore?
«Parte sempre tutto dalla volontà: questo non è un settore che richiede altissima preparazione sulle materie prime, però ci vuole sacrificio e volontà, dopo di che arriva anche il successo. Oltre a me ci sono altri chef e, nella prossima apertura, quella di Olbia in Sardegna, mi affiancano un ragazzo che lavora da tanto tempo in uno store italiano del Peterland: è un ragazzo di enorme volontà e con il Peterland è cresciuto anche professionalmente. Ai giovani dunque dico che con i sacrifici si possono ottenere grandi risultati».
Per ultimo, il tuo pensiero sulla situazione che stiamo attraversando attualmente in Italia…
«Stiamo attraversando un periodo storico veramente drammatico a causa della pandemia, mai avrei pensato che potesse accadere tutto questo. Ma, nonostante tutto non ho mai mollato l'idea dell'imprenditoria e di dedicarmi al Peterland, anzi, il nostro settore è cresciuto nettamente in piena pandemia: ho accompagnato 10 aperture e questo mi fa pensare e mi riconferma nell’idea che la ristorazione del futuro è proprio ciò che io sto già facendo, in quanto lavoriamo tantissimo con l'asporto. A tal proposito, l'azienda ha apportato delle innovazioni, come per esempio un'applicazione online per gli ordini così da facilitarne non solo la gestione ma anche avvicinarsi di più alle persone, e farci sentire vicini a loro».
Ylenia Pagano
(in collaborazione con Marco Ferrario)