Un drink ispirato dai versi sublimi del poeta vernacolo Antonio Veneziano (sicilianissimo a dispetto del cognome) dedicati a “Celia”, la donna - la cui identità è tuttora incerta - profondamente amata dal poeta definito il “Siculo Petrarca”: il drink in questione, denominato “Isabella” ed ispirato da una delle donne cui si attribuisce l’identità di Celia, è stato ideato dal Barman Alessio Salvatore Valenti e si trova, insieme con tante altre ricette, nel volume “Cocktail Burger Letterario - Un incontro siciliano tra Food, Art & Drink”, un comodo manuale per sperimentare in cucina e al banco, ammaliando clienti, parenti o amici con incredibili ricette. Il volume, a cura dello stesso Barman Alessio Salvatore Valenti, dello Chef Andrea Finocchiaro e della filologa Serena Surdo, è disponibile su Amazon, in edizione cartacea o digitale, a questo link: amzn.to/2DNGww6
Antonio Veneziano, poeta vernacolo siciliano vissuto nella seconda metà del ‘500 che tanto ha reso onore alla città di Monreale, potrebbe considerarsi come l’emblema dei poeti di gran valore dimenticati dalle nuove generazioni. Trascurato dai programmi didattici nazionali, ma anche locali, dove forse potrebbe trovare una collocazione logica, rappresenta il culmine della poesia in siciliano assieme al celebre Giovanni Meli. Come racconta infatti lo storico Giuseppe Pitrè, “il Veneziano fu uomo illustre e bizzarro che in cinquant’anni, con varia fortuna, fu gesuita ed uomo d’armi, giureconsulto e poeta, latinista e scrittore vernacolo, diseredato dalla madre ed erede di uno zio, corto a quattrini e facile donatore del suo, libero, prigioniero, coatto, schiavo, tipo dei cavalieri audaci del ‘500, ma siciliano in tutto il significato della parola”.
La vita personale del poeta fu costellata da una serie di eventi disastrosi, guai personali e problemi di natura giudiziaria: venne persino imprigionato ad Algeri e accusato di assassinio e rapimento. Nonostante tutto ciò, però, rimase sempre un uomo libero nell’animo, arguto, erudito e non smise mai di brillare. Durante la prigionia, Veneziano conobbe Miguel De Cervantes (il celeberrimo autore del romanzo “Don Chisciotte della Mancia”, uno dei capolavori della letteratura mondiale di ogni tempo) del quale divenne grande amico. L’amicizia fu talmente sincera che Cervantes, nella sua novella “El amante liberal”, narrò di un prigioniero siciliano (il Veneziano, per l’appunto) in grado di magnificare, elogiare, adorare oltre l’immaginabile la sua donna esprimendosi in versi sublimi. Questi versi, quasi sicuramente, appartengono all’elogio Celia.
Donna affascinante oltre ogni dire e irraggiungibile nella sua perfezione, sulla cui identità resta ancora oggi un alone di mistero, si ipotizza che Celia possa essere Isabella La Turri (la donna dalla quale oggi il Barman Alessio Valenti ha tratto ispirazione per la realizzazione del suo cocktail denominato appunto “Isabella”), che il Veneziano amò profondamente.
Altre ipotesi, meno gettonate, identificano “Celia” con Francisca (Franceschella Porretta) oppure con la vice Regina di Sicilia o con una nipote del Veneziano stesso. Al di là dell’identità fisica di Celia, quel che è certo – e che resta sublimamente impresso nei versi del Veneziano - è l’amore del poeta nei confronti di questa donna misteriosa e affascinante. Un’adorazione intrisa di passione e dolore, di versi espressi in rime dall’ispirazione quasi petrarchesca che non per nulla consentono di attribuire al Veneziano l’appellativo di “Siculo Petrarca”.
Quel che trapela dai versi è infatti uno spasmodico desiderio della donna amata e perfetta, bellissima e ricca in virtù, una donna che l’autore desidera bramosamente ma che al contempo definisce “divina”, “suprema”, “irraggiungibile”. Di verso in verso si viaggia così tra stati d’animo altalenanti, ora felici, ora tormentati dalla gelosia o dal pensiero di inadeguatezza. Celia trascende infatti la sua fisicità: è essa stessa un’opera d’arte, una divinità dai capelli dorati, dalla pelle rosea, dalle labbra desiderose di baci e dagli occhi pieni d’amore. Una donna passionale, insomma, capace di far vivere il poeta nel sogno e nell’illusione di un’amore impossibile.
Dell’elogio, ai posteri resta un’opera letteraria di indiscussa bellezza, ricca di antitesi, di versi in rime pieni di giochi di parole che esprimono il continuo contrasto tra amore e dolore, ma anche la speranza, la bellezza, il timore, la disperazione. Di tutti questi sentimenti il drink “Isabella” fa tesoro, custodendoli al suo interno come a volerli sprigionare improvvisamente trasportando il saggiatore nell’antica Sicilia del ‘500 del Veneziano.
Il Cocktail Isabella
Ingredienti:
3 cl di Marsala
3 cl di Triple Sec
3 cl di Bitter Campari
Procedimento
Preparare in un tumbler basso o in un barattolo da marmellata per una presentazione più innovativa. Spremere un twist d’arancia o di buccia di mandarino e dare una mescolata con il bar spoon. Come decorazione usare una foglia d’arancio, ovviamente sterilizzata, e una rondella d’arancia.